Lecci di Soviore – ad un passo dalle 5 Terre http://www.leccidisoviore.com Ad un passo dalle Cinque Terre Mon, 06 Dec 2021 10:37:39 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.6.10 https://i1.wp.com/www.leccidisoviore.com/wp-content/uploads/2017/11/image-6.jpg?fit=32%2C32 Lecci di Soviore – ad un passo dalle 5 Terre http://www.leccidisoviore.com 32 32 139375808 Area Marina Protetta delle 5 Terre http://www.leccidisoviore.com/2021/12/area-protetta-delle-5-terre/ Mon, 06 Dec 2021 09:50:33 +0000 http://www.leccidisoviore.com/?p=2292 Un territorio come questo va preservato e curato e per questo è stato creato il Parco Nazionale delle Cinque Terre e la sua Riserva Marina. Un territorio fragile, delicato, con molteplici caratteristiche, ma senza dubbio da scoprire ogni volta e ogni giorno dagli abitanti e dai turisti. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore: le cinque perle della Liguria, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.Una stretta fascia di terra tra il mare e il verde crinale, luoghi...

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Un territorio come questo va preservato e curato e per questo è stato creato il Parco Nazionale delle Cinque Terre e la sua Riserva Marina. Un territorio fragile, delicato, con molteplici caratteristiche, ma senza dubbio da scoprire ogni volta e ogni giorno dagli abitanti e dai turisti.

Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore: le cinque perle della Liguria, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Una stretta fascia di terra tra il mare e il verde crinale, luoghi nei quali il tempo sembra essersi fermato, dove l’uomo si inchina allo splendore del paesaggio, lasciando che sia la natura a dominare e scandire, con lo scorrere delle stagioni, i ritmi di vita.
Qui, su un frastagliato tratto di costa della riviera ligure di levante, che va da Punta Mesco a Punta Montenero, sorgono cinque bellissimi borghi o, come si diceva anticamente, Terre. Da qui il nome Cinque Terre.
Le Cinque perle della Liguria sono, Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore.
Grazie alle caratteristiche del territorio sul quale sorgono, e alla capacità dell’uomo di adattarsi ad esso senza sconvolgerlo, le Cinque Terre sono conosciute in tutto il Mondo.
Questo è un territorio magico, nel quale il blu del mare si unisce al verde della collina e i bagliori del sole sull’acqua sembrano dipingere la costa con mille colori.
Questi borghi sono un patrimonio tanto inestimabile quanto fragile, per questo nel 1997, su istanza della provincia della Spezia sono diventati, insieme a Portovenere e le Isole Palmaria, Tino e Tinetto, patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Nel 1998, poi, per ulteriore tutela, è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre per garantire la conservazione degli equilibri ecologici e proteggere il territorio.
Con i loro splendidi scorci, i profumi inebrianti, i tanti sapori e i mille colori, le Cinque Terre vi faranno innamorare. 

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Il Borgo di Portovenere http://www.leccidisoviore.com/2016/02/il-borgo-di-portovenere/ http://www.leccidisoviore.com/2016/02/il-borgo-di-portovenere/#respond Sat, 20 Feb 2016 15:19:55 +0000 http://www.leccidisoviore.com/?p=2086 UN PO’ DI STORIA Portovenere è una piccola città ligure che si trova vicino a La Spezia,  famosa per le sue bellezze: il vecchio castello, case e chiese antiche, pittoresche isole con tante grotte. Qui troverete interessanti escursioni che piacevoli posti per riposare. Insieme alle Cinque Terre il territorio di Portovenere è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità. Una lingua di terra che si protende sul mare come la prua...

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UN PO’ DI STORIA

Portovenere è una piccola città ligure che si trova vicino a La Spezia,  famosa per le sue bellezze: il vecchio castello, case e chiese antiche, pittoresche isole con tante grotte. Qui troverete interessanti escursioni che piacevoli posti per riposare. Insieme alle Cinque Terre il territorio di Portovenere è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità.
Una lingua di terra che si protende sul mare come la prua di una nave. Borgo già noto ai tempi dei romani, il suo porto ha rappresentato nei secoli sicura protezione e scalo per le imbarcazioni che solcavano il Mediterraneo, è stato scelto per la sua unicità come meta e come residenza da intellettuali, poeti e viaggiatori d’elite sin dalla fine del XIX secolo.

Portovenere è la porta di accesso alle Cinque Terre diventate recentemente una delle destinazioni più famose nel mondo per la bellezza della natura, del mare e per le innumerevoli possibilità di escursioni a piedi ed in barca.

ITINERARIO DEL BORGO

Ad ogni numerino giallo corrisponde una tappa dell’itinerario.

1. ENTRATA NEL BORGO
Nella porta, in stile romanico, aperta sulle mura del 1160, è visibile l’arco diminuito in due volte successive. Entrando, al di sopra della porta, si trova l’iscrizione “Colonia Ianuensis 1113”. In basso a sinistra, si notano tre misure in marmo per granaglie e vino, d’incerta collocazione. Sul muro sovrastante, lo stemma originale di Porto Venere: Tre Torri disposte simmetricamente lungo un pendio roccioso, che oggi rappresentano lo stemma del nostro Comune.

2. TORRE CAPITOLARE

Situata a sinistra della porta d’ingresso a via G. Capellini. Essa è caratterizzata da un paramento murario a bugnato rustico con conci appena sbozzati, ingentilito nei primi piani da bifore e trifore che oggi rappresentano lo stemma del comune di La Spezia.

3. AFFRESCO DEL 1494
Sopra alla porta, nella parte interna, in alto, in una grande edicola, un affresco quattrocentesco raffigurante la “Madonna Bianca”, patrona del paese. Questo affresco fu scoperto nel 1896 ed ha subito numerosi restauri a partire dal primo, avvenuto nel 1929.

4. CARUGIO O VIA G.CAPELLINI
Questa è la via principale e, nel suo complesso, rappresenta un tipico avanzo del passato, con caratteristiche che ne fanno un resto monumentale, degno di essere tramandato nella sua integrità.

5. SCALINATE

Sulla destra, entrando nel carugio, si apre la “Salita al Castello”. Sempre sulla destra, si aprono tre scalinate che portano al paese alto [“da d’auto” (in alto) secondo il termine dialettale].

6. I CAPITOLI
Inoltrandosi nel carugio, sulla sinistra si incontrano due caratteristiche scalinate a volta, dette del I° e del II° Capitolo. Anticamente queste scalinate permettevano l’accesso alla scogliera che cingeva le case-fortezza, mentre oggi conducono alla “Calata” sulla quale si svolge gran parte dell’attività marinara e turistica.

7. PIAZZA P. CENTINARO
A metà carugio, la splendida piazzetta dedicata a P. Centinaro, un benefattore locale, con la fontana costruita sopra la “Cisterna Pubblica”, fatta edificare dai genovesi per raccogliere le acque piovane dai tetti.

8. PIAZZA SPALLANZANI
Dove sorgeva il vecchio centro pre-romano del “Castrum Vetus”. L’attuale piazza è dedicata al naturalista e biologo L. Spallanzani (1729-1799) che fece una lunga permanenza a Porto Venere nel 1783, durante la quale, approfondì gli studi sulla stratigrafia del territorio locale.

9. CHIESA S. PIETRO
Secondo gli studi di qualche archeologo, nel periodo del paganesimo vi fu un tempio eretto, forse, a Venere Ericina (da ciò, si dice il nome di Portus Veneris), trasformato, poi, ai primordi del Cristianesimo, in tempio cristiano. Nel 1256, i Genovesi per gratitudine ai coloni portoveneresi che contribuirono alla espugnazione del Castello di Lerici, decisero di innalzare la chiesa di S. Pietro sui resti del tempio paleocristiano preesistente, seguendo il modello della nuova architettura detta del gotico-genovese.

10. CHIESA S. LORENZO
Con la facciata romanica, costruita dai famosi Magistri Antelami tra il 1116 ed il 1130. In 868 anni dalla sua apertura al culto, San Lorenzo ha mantenuto l’ancestrale struttura a tre navate con arcate a tutto sesto, portate su colonne in pietra nera, alcune sostituite nel 1582 da colonne in marmo bianco di Carrara.

11. IL CASTELLO
Fatto costruire dai genovesi nel 1161, è di origine pre-genovese. Il corpo più alto del Castello, con la sua porta monumentale che da accesso alla cortina-baluardo e la grande sala “ipostila” a pianta rettangolare, appartengono al periodo della ricostruzione del 1458.

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Sentieri e Trekking http://www.leccidisoviore.com/2016/02/sentieri-e-trekking/ http://www.leccidisoviore.com/2016/02/sentieri-e-trekking/#respond Sat, 20 Feb 2016 15:18:25 +0000 http://www.leccidisoviore.com/?p=2084 Le Cinque Terre sono attraversate da una fitta rete di sentieri, costieri e interni. Il sentiero di costa permette di toccare i cinque paesi in cinque ore di cammino, mentre quello di crinale dei Santuari è più impegnativo. È possibile inoltre percorrere il percorso dei santuari che porta ai luoghi religiosi dei cinque borghi. I panorami che si possono ammirare da molti punti dei sentieri sono bellissimi e molto suggestivi,...

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Le Cinque Terre sono attraversate da una fitta rete di sentieri, costieri e interni. Il sentiero di costa permette di toccare i cinque paesi in cinque ore di cammino, mentre quello di crinale dei Santuari è più impegnativo. È possibile inoltre percorrere il percorso dei santuari che porta ai luoghi religiosi dei cinque borghi.

I panorami che si possono ammirare da molti punti dei sentieri sono bellissimi e molto suggestivi, soprattutto lungo il sentiero di costa. Tutti i sentieri sono di bassa o media difficoltà, ma sempre da affrontare con molta attenzione, soprattutto nei mesi invernali.

SENTIERO N 1

(Da Portovenere a Campiglia)

ACCESSO:
Da Porto Venere, in Piazza Bastreri, raggiungibile in auto o con autobus della linea 11 o P o in battello da La Spezia o Lerici.

TEMPO DI PERCORRENZA:
2 ore.

GRADO DI DIFFICOLTA’:
Medio.

NOTE:
Sentiero tra i più noti perché segnalato dal C.A.I. come collegamento tra Porto Venere e Levanto: la prima parte è all’interno del territorio del Parco Naturale Regionale di Porto Venere.

PERCORSO:
Da Piazza Bastreri, si prende la scalinata dietro il Castello e dopo un percorso abbastanza ripido in mezzo alla macchia mediterranea si giunge a 200 m s.l.m. , al bivio presso cava Canese (vedi variante 1). Si prosegue a destra, sino a località Mortea, dove alcune piccole costruzioni ci indicano il Rifugio Muzzerone, presso il quale è possibile ricevere ospitalità e ristoro. Oltrepassato il rifugio si prosegue il sentiero, in mezzo a zone di gariga, sino a giungere ad un tornante della strada asfaltata, la quale porta a Sella Derbi. Il sentiero prosegue in salita a picco sul mare, attraversando la località Pitone (che in dialetto significa “belvedere”), sperone roccioso ricco di vegetazione rupestre da cui la vista spazia su panorami esaltanti dalle isole Palmaria, Tino e Tinetto alla costa delle Cinque Terre. Procedendo, si percorre il versante a mare del Monte Castellana sino alla strada asfaltata. Dopo averla superata, si riprende il sentiero nella pineta fino a giungere, dopo il campo sportivo, al borgo di Campiglia,dove convergono anche i sentieri che giungono dal versante del Golfo di La Spezia.

VARIANTE (1/a):
Presso cava Canese si prosegue dritti in ripida salita fino alla Fortezza del Muzzerone da dove si può ammirare un fantastico panorama sulla palestra di roccia. Da qui si scende lungo la strada asfaltata per alcuni tornanti sino a giungere a Sella Derbi sull’insenatura delle Grazie, dove ci si ricollega col sentiero principale n.1 C.A.I.. In corrispondenza di sella Derbi e possibile percorrere il versante interno del Monte Castellana seguendo l’Alta Via del Golfo (AVG).

PERIPLO DELL’ISOLA PALMARIA

ACCESSO:
Dalla località Terrizzo, raggiungibile con battelli di linea da Porto Venere e dalla Spezia.

TEMPO DI PERCORRENZA:
3 ore e 30 minuti.

GRADO DI DIFFICOLTA’:
Medio.

NOTE:
Tratti di sentiero con diversi gradi di difficoltà in saliscendi per un complessivo dislivello di 198 metri da affrontare opportunamente equipaggiati.

PERCORSO:
Il sentiero ha inizio su di una strada sterrata che sale dolcemente in quota costeggiando la parte dell’isola rivolta verso il Golfo della Spezia e che permette di scorgere la Fortezza Umberto I, la Torre Scola e le numerose spiaggette della Cala della Fornace. Una deviazione, in salita sulla destra del percorso, conduce all’ex stazione-postelegrafica, in località il Roccio, considerata una delle terrazze più belle di tutta la Liguria e circondata in primavera da grandi fioriture di ginestra,valeriana rossa ma soprattutto sede del cisto rosso al limite della sua area di distribuzione. Proseguendo lungo il sentiero di mezza costa, che percorre il lato rivolto a sud dell’isola, attraverso una zona di macchia mediterranea alternata a zone di gariga e di lecceta, si effettua una ripida discesa che richiede attenzione nell’affrontarla ma che permette di raggiungere la spiaggia del Pozzale e l’altro attracco della Palmaria (è possibile tornare al Terrizzo, a Porto Venere o alla Spezia con i battelli). Una piacevole passeggiata lungomare collega le spiagge con la zona limitrofa caratterizzata dalla presenza di una cava di “marmo” Portoro, in un recente passato fonte di lavoro e ora regno incontrastato dei gabbiani reali che vi nidificano. Lasciando alle spalle il panorama dell’Isola del Tino, si intraprende la salita attraverso la parte più selvaggia e brulla del sentiero che conduce alla sommità della Palmaria a quota 186 m s.l.m.. Tale percorso offre scorci panoramici di notevole bellezza sulla vastità del mare aperto e sulle falesie, regno incontrastato del fiordaliso di Porto Venere, specie esclusiva dell’Area Protetta. Giunti sulla strada, dalla quale si distaccano alcune varianti, svoltando a sinistra si arriva al Centro di Educazione Ambientale (C.E.A.). Proseguendo si raggiunge la strada sterrata da cui si diparte il sentiero più impervio dell’isola di fronte al promontorio dell’Arpaia dove si eleva la chiesetta di San Pietro di Porto Venere. Arrivati a livello del mare un semplice percorso tra spiaggia e sentiero, profumi di mare e carezze di vento, sciabordio di onde e stridio di gabbiani, conduce alla località di partenza del Terrizzo.

VARIANTE 1
Punta Mariella -sentiero che porta al mare- Giunti in località il Rocio, invece di proseguire per il Pozzale si scende il sentiero verso mare circondati, nella stagione primaverile, da fioriture di ginestra, valeriana e cisti, arrivando così alla sottostante punta, meta di bagnanti che amano la tranquillità perché raggiungibile soltanto tramite questo sentiero o, dal mare, con imbarcazione propria.

VARIANTE 2
Strada carrozzabile, poco frequentata, dal C.E.A. al Terrizzo- Una semplice passeggiata di circa 45 minuti, all’ombra di maestosi alberi, tipici di una vegetazione che non ha subito l’influenza della presenza antropica.

VARIANTE 3
Strada dei condannati -sentiero dal C.E.A. al Terrizzo- Dalla strada, sulla destra si diparte una strada sterrata che costeggia il fossato perimetrale del Forte Cavour, alla fine del quale si scende lungo un sentiero contraddistinto da una serie di tornanti e scalini che permettono di ammirare panorami sempre diversi per prospettiva ed altitudine in una zona ricca delle fragranze emanate dalle piante aromatiche (mirto, ruta, timo, etc.).

VARIANTE 4
Canalone -scorciatoia dal C.E.A. al Terrizzo- Si scende la scalinata che conduce alla “Casa dell’Ammiraglio” riconoscibile dalla presenza di un pino domestico monumentale, si segue la strada e dopo un paio di tornanti,si prende il sentiero sulla sinistra che inoltrandosi nella zona più umida della Palmaria permette, in circa 20 minuti, di giungere al Terrizzo.

IL SENTIERO DELLA MARTINA

(Dalle Grazie a Portovenere)

ACCESSO:
Dal borgo delle Grazie raggiungibile in auto o con autobus della linea 11 o P.

TEMPO DI PERCORRENZA.
1 ora e mezzo.

GRADO DI DIFFICOLTA’:
Facile.

NOTE
E’ un sentiero tra Le Grazie e Porto Venere, che attraversa la zona della Martina così chiamata per ricordare la vicenda di questa fanciulla che ha ispirato una leggenda locale.

PERCORSO:
Alla fine della scalinata del cimitero delle Grazie, si svolta a destra, seguendo la Via degli Scavi Romani (sulla sinistra c’è l’ingresso della Villa Romana del Varignano) sino alla strada statale per Porto Venere. Una volta attraversata si prosegue, in salita, seguendo il viottolo comunale di S.Antonio. Superata la chiesetta, si percorre la salita sino a prendere la deviazione a sinistra: il percorso è immerso nella vegetazione tipica della macchia mediterranea e permette di ammirare il profilo dell’isola Palmaria e del suggestivo borgo di Porto Venere. Dopo alcune abitazioni si gira a sinistra e poi, repentinamente a destra; il sentiero prosegue tra terrazzamenti in cui si sta ripristinando la coltura della vite nelle vicinanze della parte alta del paese. Da qui è possibile una diversa visione prospettica del possente Castello Doria che si erge al centro dell’antica colonia genovese. Attraverso la scalinata di S.Caterina, si scende in Piazza Bastreri, dove inizia la zona pedonale di Porto Venere, patrimonio mondiale dell’Umanità.

IL SENTIERO NEL BOSCO

(Da Fezzano al sentiero N. 1)

ACCESSO:

Dalla strada napoleonica tra La Spezia e Porto Venere, alla curva precedente il cimitero del borgo di Fezzano, raggiungibile in auto o con autobus della linea 11 o P.

TEMPO DI PERCORRENZA:

1 ora e mezzo.

GRADO DI DIFFICOLTA’:

facile.

NOTE:

Il sentiero offre la possibilità di osservare ambienti notevolmente diversi percorrendo un breve itinerario.

PERCORSO:
Alla curva di Fezzano, si prende la seconda scalinata a destra (Via Ruggeri in seguito Via Alloria) fino alla strada Via Simonetta Cattaneo, si attraversa e si prosegue per circa 50 m sino all’incrocio, a sinistra, con un sentiero riconoscibile dalla presenza di un roccione a terra e di un palo della luce. Questa zona è contraddistinta dalla presenza di terre incolte e nelle stagioni più piovose è possibile dover attraversare un piccolo ruscello che sgorga dalla sorgente Marsignano. Il percorso, dopo aver superato i terrazzamenti degli uliveti di alcune abitazioni, in zona Carame, si inoltra nell’ombrosa lecceta, sbucando nella sterrata che attraversa il bosco misto sovrastante la baia di Panigaglia fino a raggiungere l’incrocio con la strada che porta al monte Castellana, nella zona del Pezzino Alto. La strada a destra conduce al Monte Castellana, il sentiero a sinistra conduce a Sella Derbi e dopo alcuni metri permette di collegarsi al sentiero n°1 del C.A.I.

VARIANTE:
Poco prima che il sentiero si inoltri nella lecceta un bivio in salita conduce attraverso le dodici stazioni della via Crucis alla “Croce del Giubileo”, di notte visibile dalla strada che congiunge La Spezia a Porto Venere perché illuminata. Proseguendo il sentiero in salita sulla destra si percorre l’Alta Via del Golfo (AVG) verso La Spezia invece continuando lo sterrato si giunge a Sella Derbi ricollegandosi al Sentiero n. 1.

I Sentieri delle Cinque Terre
I Sentieri del Parco di Portovenere
I Sentieri di Campiglia
I Sentieri di La Spezia
Palestra di Roccia a Portovenere

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La Spezia http://www.leccidisoviore.com/2016/02/la-spezia/ http://www.leccidisoviore.com/2016/02/la-spezia/#respond Sat, 20 Feb 2016 15:16:44 +0000 http://www.leccidisoviore.com/?p=2082 Capitale dell’effimera Signoria di Niccolò Fieschi nel periodo compreso fra il 1256 ed il 1273, La Spezia fu legata inevitabilmente alle vicende di Genova. La città, seriamente danneggiata durante i bombardamenti Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, conserva alcuni monumenti significativi che ne documentano il proprio vivace passato. La chiesa di “Santa Maria Assunta” è la vecchia cattedrale di La Spezia. Affacciata su Piazza Beverini, fu costruita per la prima...

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Capitale dell’effimera Signoria di Niccolò Fieschi nel periodo compreso fra il 1256 ed il 1273, La Spezia fu legata inevitabilmente alle vicende di Genova.
La città, seriamente danneggiata durante i bombardamenti Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, conserva alcuni monumenti significativi che ne documentano il proprio vivace passato.
La chiesa di “Santa Maria Assunta” è la vecchia cattedrale di La Spezia. Affacciata su Piazza Beverini, fu costruita per la prima volta nel 1271 e venne più volte distrutta e ricostruita. Nonostante i vari rimaneggiamenti, ultimo quello subìto nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ha mantenuto alcuni elementi originali come il presbiterio ed il campanile. All’interno si trovano interessanti opere artistiche come l’Incoronazione della Vergine con Santi di Andrea della Robbia, il Martirio di San Bartolomeo e la tela del Cambiaso.
Dalla piazza, sul lato destro, si può intravedere il Castello di San Giorgio. Questo è forse il monumento che meglio rappresenta la storia di La Spezia. Questa costruzione si trova su un rilievo chiamato il Poggio e domina l’abitato di stile bassomedievale. La fortezza ha avuto due fasi di costruzione: la prima risale al XIII secolo, epoca della signoria dei Fieschi e ricostruita nel secolo XIV mentre la seconda fu costruita dai Genovesi nel XVII secolo. Oggi il Castello è sede di un museo in cui si possono ammirare le celeberrime statue stele della Lunigiana e reperti dell’antica città di Luni.
In città, oltre al Museo del Castello San Giorgio, sono presenti altri musei: il Museo “Amedeo Lia”, museo di arte antica e medioevale, il Museo del Sigillo, sede dell’esposizione permanente della collezione dei sigilli donata dalla famiglia Capellini, il Museo Etnografico “G. Podenzana”, il Museo Diocesano, il Museo Tecnico Navale, il Centro di Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia (CAMeC) ed il Museo Nazionale dei Trasporti.
L’Arsenale Militare, senza ombra di dubbio, è l’edificio simbolo della città nonchè l’elemento-struttura che ha favorito il vero e proprio sviluppo di La Spezia. La sua costruzione era stata prevista da Napoleone Bonaparte ma a causa delle vicissitudini belliche dovette abbandonare il progetto. Questo fu ripreso intorno al 1860 per volere di Camillo Benso conte di Cavour che affidò i lavori a Domenico Chiodo. La costruzione sconvolse la geografia del Golfo di La Spezia e dell’abitato. Furono create le darsene interne all’Arsenale (che occupa ben 165 ettari e con queste dimensioni è il più gande d’Italia), i bacini di carenaggio, venne costruita una rete di canali, nuove strade, la ferrovia e un intero quartiere (il quartiere Umbertino) si affiancò al nucleo storico preesistente.
Il vecchio borgo, quello che si trovava a ridosso del Poggio, rimase quasi intatto. Ancor oggi si possono vedere tratti di carugi, vie strette dove le abitazioni sono poste le une contigue alle altre, case torri. Così è il carugio che taglia a metà il centro antico, Via del Prione, così chiamata dal pietrone, in spezzino prione, da dove venivano letti i bandi pubblici.
Poco distante vi è il campo degli Agostiniani, oggi piazza Sant’Agostino, laddove un tempo, nella porzione a monte, era il convento fondato nel 1390: qui le residenze barocche che costituiscono verso mare una palazzata continua, risultano edificate accorpando precedenti case torri le cui potenti tracce in marmo o in arenaria emergono nelle zone basamentali. Proseguendo lungo la via del Torretto si arriva in Piazza Verdi.
Nella piazza, dove una volta sorgeva il teatro Politeama Duca di Genova, abbattuto negli anni Venti per collegare la città storica con i quartieri orientali, vi è il palazzo delle Poste al cui interno è ospitato un magnifico mosaico futurista dei pittori Fillia e Prampolini. A poca distanza, ubicata in posizione di prestigio, vi è Villa Marmori, progettata nel 1923 da Franco Oliva, attualmente sede del Conservatorio di musica dedicato a Giacomo Puccini. All’interno si possono ammirare gli affreschi di Luigi Allegretti e delle vetrate di notevole pregio artistico.
Tornando in Piazza Verdi e proseguendo lungo via Vittorio Veneto sorge il Palazzo della Prefettura e poco oltre la Cattedrale intitolata a “Cristo Re dei Secoli”, un grande edificio circolare, bianco, che domina Piazza Europa. Il progetto originale era di Brenno Del Giudice ma venne modificato prima da Adalberto Libera e quindi, in sede realizzativa, rivisto da Cesare Galeazzi.
Di notevole interesse è anche il Palazzo di Giustizia, opera dell’architetto milanese Ignazio Cardarella, completato nel 1994; non lontano il centro commerciale Kennedy, sviluppato su un’ampia piazza, dove si svolgono manifestazioni

sociali e di intrattenimento.

La Città:

Il Castello di San Giorgio
Il Liberty alla Spezia
Le Scalinate
Le Botteghe Storiche

Musei:

Camec – Centro Arte Moderna e Contemporanea
Museo Nazionale dei Trasporti
Museo del Castello di San Giorgio
Museo Lia
Museo del Sigillo/Palazzina delle Arti
Museo Tecnico Navale

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Cinque Terre http://www.leccidisoviore.com/2016/02/cinque-terre/ http://www.leccidisoviore.com/2016/02/cinque-terre/#respond Sat, 20 Feb 2016 15:15:56 +0000 http://www.leccidisoviore.com/?p=2080 Le Cinque Terre (Cinque Taere in lingua ligure) sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure situate nel territorio della Provincia della Spezia. Questi cinque borghi, o come si diceva anticamente terre, sono situate tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nominate da Ovest verso Est: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Grazie alle caratteristiche geografiche ed antropiche del territorio dove sorgono, Le Cinque Terre, costituiscono una delle...

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Le Cinque Terre (Cinque Taere in lingua ligure) sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure situate nel territorio della Provincia della Spezia. Questi cinque borghi, o come si diceva anticamente terre, sono situate tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nominate da Ovest verso Est: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore.

Grazie alle caratteristiche geografiche ed antropiche del territorio dove sorgono, Le Cinque Terre, costituiscono una delle principali attrattive turistiche della riviera spezzina, e in generale della Liguria. I borghi si trovano in un contesto orografico collinare aspro e accidentato, addolcito dalla costruzione di terrazzamenti che permettono la scesa al mare, con forti pendenze.

Una delle caratteristiche peculiari delle Cinque Terre sono i terrazzamenti, un’opera dell’uomo che nei secoli ha modellato il territorio con una particolare tecnica agricola tesa a sfruttare i terreni posti in forte pendenza. Questi terrazzamenti rendono affascinante le colline intorno al mare.

Nel 1997, su istanza della provincia della Spezia, le Cinque Terre, insieme a Porto Venere ed alle isole della Palmaria, Tino e Tinetto, sono state inserite tra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Nel 1998 il Ministero dell’Ambiente ha istituito l’Area marina protetta Cinque Terre per la protezione ambientale, la tutela e la valorizzazione delle risorse biologiche; inoltre anche per la divulgazione e promozione di uno sviluppo socio-economico compatibile con la rilevanza naturalistico-paesaggistico dell’area.

Nel 1999 è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre per la conservazione degli equilibri ecologici, per la tutela del paesaggio e la salvaguardia dei valori antropologici del luogo.

LA VIA DELL’AMORE

Via dell’Amore, il percorso turistico/escursionistico che collega Riomaggiore a Manarola, rappresenta uno dei sentieri più celebri d’Italia. Chiunque, in visita alle Cinque Terre, vuole passeggiare tra le variopinte case di Riomaggiore (raggiungibile da La Spezia seguendo le indicazioni prima per Portovenere e poi per le Cinque Terre) arrivando fino a Manarola.

Pochi, però, sanno che la via ha una sua storia da raccontare, storia che è legata a filo doppio a quella della ferrovia Genova – La Spezia. Infatti, agli inizi del ‘900, durante i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria si rese necessaria la realizzazione della galleria tra Riomaggiore e Manarola. Questa indispensabile opera poteva essere realizzata solo facendo uso delle mine e ciò implicava la creazione di una polveriera lontana dai due centri abitati. Divenne quindi indispensabile scavare due sentieri a picco sul mare, uno da Manarola e uno da Riomaggiore, per raggiungere un luogo sicuro e di non facile accesso. Terminati i lavori ferroviari, la polveriera venne abbandonata come i sentieri che la raggiungevano. Immediatamente gli abitanti dei due borghi marinari capirono che si presentava un’occasione da non perdere per collegare, con un percorso breve e veloce, i due centri delle Cinque Terre. Dietro la promessa della “cospicua” somma di lire 10.000, due “esperti” locali, Pietro Manara e Pin dei Dria, si incaricarono dell’allargamento e del collegamento dei due sentieri per costruire quella che, per le popolazioni locali, rappresentava la “Strada Nuova”. L’opera non fu facile e i due incontrarono grosse difficoltà soprattutto là dove la roccia si presentava dritta e levigata. Questo, però, non impedì di portare a termine il lavoro in maniera esemplare dato che per molte decine di anni non furono mai necessarie grandi opere di risistemazione. Si pensò inoltre di ribattezzarla con un nome più suggestivo e la strada divenne la “Via dell’Amore”.Oggi l’itinerario, nel periodo invernale, si presenta come una tranquilla e solitaria passeggiata da affrontare in tutta calma, magari da “integrare” con un gustoso pranzo a base di pesce nei tipici ristoranti di Manarola o Riomaggiore. Nel periodo estivo, invece, la Via dell’Amore rappresenta la migliore via di accesso per un tuffo in mare dalle scogliere che si allungano ininterrottamente tra i due borghi delle Cinque Terre

ACCESSO – La Via dell’Amore la si raggiunge con estema facilità dal piazzale della stazione di Riomaggiore. Qui, a sinistra, è ben visibile la scalinata che consente di passare sopra alla ferrovia e di raggiungere, in pochi minuti, l’inizio del celebre percorso pedonale. Questo, correndo quasi costantemente in piano, a picco sul mare, porta in tutta tranquillità a Manarola.

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